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  • Immagine del redattoreCristina Rotellini

CV al contrario: vediamo se io voglio lavorare con te..


L'idea è venuta qualche anno fa ad Andrew Horner e bisogna ammettere che ha del geniale: scrivere un curriculum che non parla delle nostre esperienze lavorative e delle nostre abilità tecniche, ma di CHI siamo.

Di come siamo.

E, soprattutto, di cosa vogliamo e ci aspettiamo dal nostro capo ideale.


La storia di Andrew potrebbe essere la storia di molti di noi, quella storia tristemente conosciuta della ricerca di un impiego dopo la fine degli studi.

Ma anche, come oggi succede frequentemente, del cercare un nuovo lavoro dopo la fine del precedente contratto.


Dopo due anni di colloqui, lettere motivazionali, candidature spontanee e migliaia di curricula, aggiornati, riscritti, adornati, diversificati e spediti costantemente, Andrew non era riuscito a trovare un lavoro nel quale sentirsi apprezzato. O più semplicemente un lavoro. Niente. Nada. Zero Assoluto.


Fino a quando un giorno, nel più nero vortice di pensieri negativi e disperazione, la sua autostima ha un moto di ribellione e non ci sta:

"Sono una persona intelligente, preparata, affidabile e onesta. Chiunque dovrebbe essere felice di lavorare con me e avermi nel proprio team!"


Quante volte ci siamo raccontati (e mi ci metto anche io, mea culpa) la triste favola che è così che vanno le cose: bisogna essere servili e servizievoli, umilmente andare a chiedere un lavoro, con la speranza che ci facciano questo immenso regalo e ci prendano.

Di essere silenziosi e farci andare bene qualunque cosa, anche quando ci sentiamo rifiutati o criticati senza una vera spiegazione.


Perché dunque non smetterla di cercare lavoro nel modo classico?


Andrew ne ha abbastanza di andare in giro e chiedere alle aziende di essere assunto.

Punto primo: chiaramente non funziona.

Punto secondo: quel metodo blocca la strada a tantissime altre possibili esperienze, con persone e aziende che potrebbero volerlo e apprezzarlo di più.

Terzo: rispondere a una semplice offerta di lavoro sminuisce il mio valore come lavoratore.


Nel corso della vita dimostriamo in svariati campi di essere persone di successo, che superano le difficoltà e realizzano i propri obiettivi. Non è forse questo che dovrebbe interessare a un'azienda?


Da qui in avanti si cambia prospettiva.

Voi siete al centro della storia e voi decidete che tipo di lavoro andate cercando.


Le cose non sono ancora del tutto chiare? Nessun problema, basta seguire questi semplici step:


- Descrivi chi sei attraverso gli aggettivi che si avvicinano di più alla tua personalità e al tuo carattere. Si tratta di parlare di chi sei e non di cosa fai. Spesso tendiamo a fondere i due concetti, ma non sono affatto la stessa cosa.


- Metti in chiaro cosa sei e cosa non sei disposto ad accettare nel tuo lavoro ideale.


- Descrivi i requisiti che deve avere l'azienda o il capo per cui vuoi lavorare.

In quale ambiente e settore riusciresti ad esprimere il tuo meglio? Cosa cerchi? Cosa assolutamente desideri evitare?


- Decidi in che modo le offerte del tuo lavoro ideale possono raggiungerti: Andrew ad esempio ha creato un modulo da riempire nel proprio sito, che puoi trovare qui http://www.reversejobapplication.com/


Se stai storcendo il naso e non ti sembra che la cosa possa funzionare, dirò semplicemente che, non solo il ragazzo geniale in questo modo ha trovato un lavoro, ma si è reso visibile a moltissime aziende che non immaginava nemmeno di poter raggiungere.


Come spiega lui stesso in una pagina di aggiornamento ( che si può leggere qui http://www.reversejobapplication.com/followup/ ), questo cambio di prospettiva riguardo alla ricerca di un lavoro serve soprattutto a rimettere "l'essere umano" al centro della questione, creando un metodo di approccio e conoscenza diverso tra lavoratore e azienda.


Non solo coloro che hanno frequentato scuole costose, con titoli altisonanti ed esperienze incredibili meritano un lavoro.

A qualcuno puoi piacere semplicemente per come sei. Magari vorrà investire in te e regalarti delle occasioni di crescita che da solo non hai potuto permetterti.


E a chi lo ha accusato di arroganza e narcisismo, lui risponde che ha solo usato ironia e creatività per risolvere un suo problema. E ha funzionato.


Che ne dite, proviamo?






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